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Grottaglie

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Gennaio 13, 2023

Territorio

La città si trova sul pendio di una collina delle Murge chiamata Monte Samuele Pizzuto nell’entroterra di Taranto e all’estremità meridionale di quella Murgia dei trulli che comprende il vasto territorio che si estende da Matera fino alla stessa Grottaglie, passando da Martina Franca in Valle d’Itria e Villa Castelli sulle pendici delle Murge. Sorge su un territorio segnato dalla presenza di gravine, sui fianchi delle quali sono state scavate molte grotte; infatti il centro è completamente scavato nel tufo; ne sono una testimonianza le Cave di Fantiano (ora sede di un teatro all’aperto dove ogni anno si svolge il Festival Internazionale Musica Mundi di musica etnica e popolare).

Grottaglie, per territorio, cultura, arte e dialetto, rientra tra i comuni della provincia di Taranto che fanno parte del Salento; in particolare la città è situata nella zona denominata Nord Salento.

Grottaglie deriva dal latino Kriptalys e dal greco Κρυπταλύς, nome che sottolinea la presenza di grotte (krypta, κρύπτα), in gran parte del suo territorio. L’origine di Grottaglie è negli insediamenti che si sono susseguiti nell’area sin dal Paleolitico, ed in particolare nell’area di Riggio e di Pezza Petrosa.

È ritenuta, secondo alcuni, la terra natìa del padre della letteratura latina Quinto Ennio. Difatti il poeta nacque a Rudiae, in Apulia, secondo alcuni studiosi, questa località corrisponderebbe ad una delle cittadelle fortificate (appunto Rudiae e Mesocoro), distrutte dalle invasioni barbariche, i cui abitanti in fuga diedero vita ai casali rupestri dai quali sorsero in seguito Grottaglie e Villa Castelli. Nel IX secolo un gruppo di ebrei fuggitivi da Oria, e tra i pochi superstiti della grande comunità ebraica di Oria si aggrega all’insediamento sorto intorno al casale San Salvatore nella Lama del Fullonese.

I resti storici più cospicui sono riconducibili al Medioevo, quando nelle profonde gravine prese maggior consistenza l’abitudine di vivere nelle grotte. Risalgono a questo periodo infatti non solo le abitazioni, ma anche le scale, i sentieri, le opere di canalizzazione e di deflusso delle acque. Un’importante testimonianza bizantina nel territorio di Grottaglie è la Gravina di Riggio che presenta degli affreschi basiliani di grande qualità seppur si trovino in condizioni precarie. Nonostante l’area jonica del Salento non fosse grecizzata come quello meridionale, è rilevante il fatto che questi affreschi presentino iscrizioni in greco.

Quando i barbari, in particolare i Goti, e nei secoli successivi con l’invasione dei Saraceni, i villaggi siti nel territorio e anche la stessa Taranto vennero saccheggiati, le grotte ospitarono i fuggitivi (960 d.C.) Sorsero così vari centri abitati tra cui Casale San Salvatore e Monti Cryptalis nucleo primigenio dell’attuale centro storico di Grottaglie. Alcuni ebrei trovarono rifugio nella Lama del Fullonese, territorio di Monte Fellone dove, difatti, sorgeva la chiesa di San Pietro dei Giudei. I Normanni (XI secolo) donarono alla Mensa Arcivescovile Tarantina un Casale di nome Cryptalium, ma con ogni probabilità si tratta di un falso risalente al XVI secolo. Nel XV sec. Il centro fu dotato di mura di fortificazione, assieme al Castello e alla Chiesa Matrice.

Difficoltà e crisi politiche portarono (dal XV al XVII secolo) ad una “coabitazione” di due giurisdizioni feudali differenti: una vescovile ed una laica. Il XVII secolo conobbe anni di difficoltà sotto la mal tollerata dominazione spagnola. Lotte di giurisdizione tra Arcivescovi di Taranto e feudatari laici e ripetute sollevazioni popolari, caratterizzarono il secolo successivo fino all’abolizione della feudalità. In un clima di disorientamento politico generale si fa strada il nascente fenomeno del brigantaggio con un nome illustre: Ciro Annichiarico (in dialetto “Papa Ggiro”). Queste vicende accompagnarono la prima espansione urbana “fuori le mura”, fino al periodo unitario, a partire dal quale le vicende di Grottaglie si accomunano a quelle di molti centri simili nel Meridione d’Italia.

Castello Episcopio

Il castello Episcopio venne edificato alla fine del XIV secolo per volere dell’arcivescovo di Taranto Giacomo d’Atri, che aveva realizzato anche le mura e la chiesa madre. Il nucleo originario, con mastio e settore orientale, fu in seguito ampliato e rimaneggiato, con una facciata di epoca barocca. La torre centrale, a pianta rettangolare, si eleva su tre piani.

Il Castello Episcopio è situato in prossimità del Quartiere delle Ceramiche, cioè la parte più antica della città, il Castello fu per secoli il simbolo del potere dei vescovi tarantini feudali. Oggi il castello risulta differenziato dalla presenza dell’antica Torre interna, alta oltre 28 metri, strutturata su 4 piani intermedi tra loro, dove avevano sede i vescovi.

Nell’ala sud-est, all’interno delle zone anticamente utilizzate come delle stalle, oggi ha sede un rilevante museo della ceramica: al suo interno troveremo numerosi manufatti in ceramica di uso domestico ed ornamentale tipici della tradizione figulina Grottagliese.

Nelle sale del Castello si svolgono ogni anno due mostre: la Mostra della ceramica (agosto-settembre) e la Mostra del presepe (dicembre-gennaio).

Il museo si articola nelle sezioni dedicate all’archeologia, alle ceramiche tradizionali, alla ceramica contemporanea, alle maioliche e infine ai presepi.

Quartiere delle ceramiche

Ancora oggi fiorente è la produzione di ceramica in Puglia. Il più importante centro di produzione di ceramica è Grottaglie. Lungo la gravina di San Giorgio si è formato un intero quartiere di esperti ceramisti, ricavando laboratori e forni di cottura nella roccia di ambienti ipogei utilizzati in passato come frantoi, sono riusciti a creare un’attività fiorente ancora oggi riconosciuta in tutta il mondo

Per la sua antica tradizione ceramica, Grottaglie rientra tra le 41 aree di affermata tradizione ceramica riconosciute dal consiglio nazionale ceramico.

Principali prodotti nella ceramica grottagliese sono:

  • I “Bianchi di Grottaglie” è la più caratteristica rustica e popolare, caratterizzata da una tavolozza cromatica costituita dal verde marcio, giallo ocra, blu e manganese.
  • I “Capasoni“, sono contenitori di grandi dimensioni destinati a contenere vino.
  • I “Pumi“, classico simbolo grottagliese.

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