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Lizzano

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Gennaio 11, 2023

Lizzano (Lizzanu in dialetto salentino, Licyanum in latino) è un comune italiano di 9 583 abitanti della provincia di Taranto in Puglia.

È situata a oriente del capoluogo da cui dista 25 km circa. Si trova nel Salento, sul margine meridionale delle Murge tarantine, dove queste, attraverso la serra di Roccaforzata e San Crispieri e le Serre di Lizzano e della Marina, scendono digradando verso il mar Ionio, dove c’è la località turistica Marina di Lizzano e la zona umida della palude Mascia. Il clima è mediterraneo, le temperature miti, anche nel periodo invernale. Il comune fa parte dell’associazione nazionale “Città del vino”, fa parte del GAL “Terre del Primitivo”, della strada del vino “Primitivo di Manduria e Lizzano DOC”, del consorzio “Grande Salento” e dell’Unione di comuni “Terre del Mare e del Sole”. Per dialetto, cultura e tradizioni, Lizzano è a pieno titolo una cittadina salentina.

on esistono molte notizie riguardo alla storia di Lizzano. Certo è che il “pagus”, il rione di case umili di campagna di Lizzano, risale a prima del mille. Non è possibile precisare date, come non è facile indicare a quale colonia appartenessero i primi abitanti del pagus Lizzanese, benché si creda a quella romana o greca.

Il neolitico

Le prime presenze in questo territorio, si ebbero certamente già nel periodo del Neolitico. Precisamente, in località “Bagnàra” e “San Cassiano” sono stati rinvenuti, dopo alcuni scavi, resti di insediamenti e villaggi capannicoli riguardanti l’età neolitica. Nelle stesse zone, poi, sono stati ritrovati numerosi arnesi e attrezzi di quell’epoca in pietra e in selce così come nel primo tratto del “canale dei Cupi”, nelle grotte che si trovano sui lati della piccola gravina.

L’età greco-romana

Un trullo nelle campagne di Lizzano

Oltre le colonie greche, presenti già nel territorio salentino e, in particolare nel tarantino, anche quelle Romane prendevano possesso di queste terre. Nell’anno 206 a.C. fu condotta la colonia Neptunia. Ai tempi di Verone e di Vespasiano altre colonie furono condotte nella Provincia di Taranto. Ai Coloni venivano assegnati degli appezzamenti di terra di 200 yugeri. Di qui sorse la necessità delle casette per i contadini. Così sensibilmente i casolari si raggruppavano e formavano i villaggi. Queste popolazioni, lavorando i campi e rendendoli produttivi diffondevano il benessere in tutta la provincia, aprivano strade, che solcavano tutto l’agro Tarantino, delle quali una conduceva ad Oria, per arrivare alla Via Appia di Brindisi, l’altra direttamente a Taranto e ai villaggi limitrofi.

Il periodo bizantino, e le invasioni longobarde

Tramontato l’Impero romano, i Barbari, come un torrente devastatore, invasero tutta l’Italia. Nonostante l’espansione di Totila arrivó fino alle terre salentine, i generali bizantini Belisario prima e poi, nel 555 Narsete, riconquistarono queste regioni in nome dell’Impero romano d’Oriente. Tuttavia nel 568 i Longobardi occuparono Taranto e Brindisi. I bizantini si accordarono con i longobardi alzando un muraglione che segnava il confine tra la foresta tarantina e il marchesato di Oria. Il territorio lizzanese, ora, si trovava sotto il controllo dei longobardi. La pace, però, fu breve. Nel 717 i bizantini, guidati da Leone Isaurico tentarono di rioccupare queste terre. Anche i Saraceni invasero questo lembo d’Italia, distruggendo Oria, Manduria e i villaggi limitrofi fino ad arrivare a Taranto che venne distrutta. Dopo i Saraceni, si scatenarono su queste terre gli Schiavoni e gli Ungari che distrussero tutti i villaggi, dal litorale all’entroterra. L’eccidio e le distruzioni proseguirono dal 924 al 962, fino alla comparsa dell’imperatore Niceforo Foca.

Gli insediamenti religiosi Basiliani

I ricordi della permanenza di questi religiosi a Lizzano, si riscontrano nella “valle dei Cupi” prima e nella cripta-monastero dell’Annunziata dopo. I religiosi Basiliani, già presenti da molti anni nel Salento, durante le persecuzioni erano riusciti a salvarsi nascondendosi nella foresta e nelle cripte sotterranee. I primi insediamenti si ebbero intorno ai secoli IX e X.

Chiese e cripte rupestri

La cittadina di Lizzano, è stata, per molti secoli, abitata da monaci bizantini, basiliani e gesuiti. L’esistenza di queste figure religiose, ha lasciato numerose tracce architettoniche e artistiche che trovano il loro fulcro nelle due grandi chiese rupestri con relativa cripta: quella della Ss. Annunziata e quella di Sant’Angelo.

Chiesa e cripta rupestre Ss. Annunziata

La cripta rupestre della Ss. Annunziata si trova a circa mezzo Km di distanza da Lizzano. La chiesetta della SS. Annunziata è considerata un monumento di notevole interesse storico artistico, uno dei più singolari di tutto il territorio pugliese ed un importante santuario rupestre, centro di devozione mariana e meta di pellegrinaggio da parte di tutto il territorio ionico posto a sud-est di Taranto specialmente nel Medioevo. La cripta è ricavata da una grotta già cenobio basiliano, era ricca di dipinti murali sacri, alcuni di rara bellezza, di epoca non anteriore al secolo XI. Sulla chiesa rupestre venne, in seguito, eretta la chiesa, fra il IX e il X secolo. Nei secoli XII e XIII si effettuarono alcuni interventi parziali sull’edificio, senza, però, mutarne in maniera rilevante l’aspetto formale e la configurazione spaziale. Tra il.XIV e il XV secolo fu attuata una ristrutturazione generale della cripta e della chiesetta, altri lavori ci furono tra il XVI e il XVII secolo. Agli inizi del XIX secolo avvenne la totale ristrutturazione dell’edificio ed il rinnovamento delle opere pittoriche. Nella chiesa, un tempo, vi erano non meno di 22 dipinti murali. A causa di leggende di tesori nascosti, la chiesetta fu sottoposta a saccheggi. L’accesso alla chiesa rupestre è stato ripristinato dal Rotary Club di Manduria in occasione della VI Festa di Fine Vendemmia il 17 novembre 2002.

Cripta rupestre e grotta di Sant’Angelo

Uno degli affreschi all’interno della cripta di Sant’Angelo.

La chiesa di S. Angelo (Cripta Basiliana) è situata in contrada Serra degli Angeli su una collinetta denominata monte S. Angelo a 3 km a nord-ovest di Lizzano. La grotta di Sant’Angelo si apre sulla sommità di una collina nei calcari bianco-cerulei sub-cristallini del Cretacico e si articola in questi per circa 50 metri. Sul piano di calpestìo si sono notati vari frammenti di ossa con uno strato di fossilizzazione alquanto avanzata, frammenti di ceramica di varie epoche e quindi non si può escludere la presenza di qualche livello, in posto, del periodo neo-eneolitico e post-neolitico. Le tracce dell’epoca di culto, sono soprattutto la presenza di numerosi affreschi paleocristiani.

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